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Una Estate Senza Ortensie


di Gianni Nigro
A Febbraio Ned non vedeva l’ora che arrivasse Marzo.
Ma fino a un certo punto.
Sì, naturalmente, gli piaceva vedere la luce, quando Ned usciva verso le sei di mattina.
Sì, naturalmente, gli piaceva vedere che ad ogni sera la luce spariva sempre più tardi.
Sì, naturalmente, il fatto che i giorni si allungassero gli dava una sottile soddisfazione.
Ned, però, temeva il caldo.
Da giovane Ned amava il caldo, ma da qualche tempo il caldo, a Ned, dava sempre più fastidio.
Anzitutto Ned, col caldo, si sentiva pesante, affaticato, un po’ stressato. Il caldo, a Ned, dava ansia, depressione, una strana sensazione di spossatezza.
Ned in Febbraio attendeva con impazienza che arrivasse il mese di Marzo, ma lo temeva, anche. Ned temeva che col mese di Marzo, come talvolta era accaduto, soprattutto negli ultimi tempi, potessero stabilirsi periodi di calore crescente, quasi estivo, un caldo umido che gli avrebbe provocato quella lunghissima sequela di fastidi di cui qui ne sono stati elencati solo alcuni.
E infine Marzo arrivò. Ma arrivò in maniera insolita.
Ned ricordava che negli anni il Primo di Marzo era sempre stato un giorno di sole. Sì, magari nella notte tra l’ultimo dì di Febbraio e il Primo di Marzo aveva addirittura nevicato, o c’era stata una pioggerellina che era cessata soltanto all’alba.
Poi, però, il Primo di Marzo era stato un giorno di sole. E qualcuno direbbe uno stupendo giorno di sole!
Negli ultimi anni, tuttavia, il clima era cambiato. Quando arrivava il sole, il termometro schizzava subito in alto, 27, 28 gradi, a volte 30, 31 e anche 32 e oltre, con un’afa, una insolita umidità che soffocava.
Quell’anno Ned era stato attentissimo alle temperature. La sua macchina, comperata da poco tempo, era dotata di un vero e proprio display, un computerino di bordo, che tra le tante cose gli segnalava anche la temperatura esterna.
E, incredibile ma vero, un giorno segnò in Gennaio, in un pomeriggio assolato di Gennaio, la temperatura di 16 gradi.
Sì! 16 gradi.
Ned ripensava a quando, tanti anni prima, la temperatura si era mantenuta per tutto il mese di Gennaio sotto lo zero. Ned ripensava a quell’anno, quando a mezzogiorno il termometro esterno della casa segnava 10 gradi sotto zero.
Il tempo del Gennaio gelido era finito da un pezzo. Però vedere 16 gradi in quel mese per Ned restava un fatto insolito, anzi straordinario.
In Febbraio addirittura la temperatura, anche solo per un giorno, fu di 19 gradi. E ogni volta che si verificavano quelle temperature, seguivano inevitabilmente giornate di pioggia violenta.
Se però in Febbraio l’alternanza di giorni troppo caldi con giorni di pioggia troppo intensa, si era verificata una sola volta, il Primo Marzo fu un giorno di pioggia a catinelle, che seguiva a giorni di caldo eccessivo per essere ancora in Febbraio.
Ma subito dopo gli acquazzoni del Primo Marzo, vennero tre giorni di un caldo soffocante. Il termometro oltrepassò i 27 gradi. Ned, come tutti, d’altronde, era sconcertato. Ma i meteorologi assicuravano: «È una situazione del tutto passeggera, dovuta al riscaldamento globale terrestre. Passerà. La situazione si stabilizzerà».
E invece accadde esattamente il contrario. Quello che si stabilizzò fu proprio l’alternanza di giorni troppo caldi per essere Marzo, a scrosci violenti di pioggia, che spesso provocavano esondazioni locali.
Ned era quasi felice di questa situazione.
Ned amava i giorni di pioggia. Era un tipo strano, Ned. Non è che non gli piacesse il sole, specialmente quando in Luglio e in Agosto prendeva l’auto e girovagava per le strade che carezzavano i laghi prealpini.
Ad andatura lenta percorreva quelle strade, che da un lato gli presentavano la visione azzurra del lago, e dalla parte opposta gli regalavano i colori delle Ortensie.
L’anno prima aveva fatto con gli occhi il pieno di Ortensie, specialmente nel mese di Agosto. E in questo senso non vedeva l’ora che arrivasse l’estate. Però sempre più, anno dopo anno, il caldo gli era diventato penoso.
Tutto sommato adorava il fatto che qualche giorno di pioggia spezzasse ogni tanto il caldo.
Per l’intero mese di Marzo si alternarono giorni di caldo umido a giorni di pioggia intensa.
Alla fine di Marzo, di mattina presto, in panetteria, mentre fuori pioveva, Ned, in mezzo alle solite chiacchere da panetteria, mentre proprio parlavano di queste continue piogge periodiche molto intense e fredde, buttò lì la frase:
«Mi sa che andremo avanti così per tutta la primavera».
Tutti, in panetteria, lo guardarono male.
Ma Ned ci indovinò. Marzo, Aprile, Maggio e Giugno furono caratterizzati dall’alternanza di periodi di tre o quattro giorni di caldo soffocante, al di sopra della media, e giorni di pioggia intensa con un freddo che sembrava d’essere alla fine di Novembre.
Tutti pensavano che durante il mese di Giugno la situazione cambiasse.
E tutti sbagliarono.
Giugno finì con una pioggia che provocò qua e là delle alluvioni, e la temperatura scese al di sotto dei 15 gradi.
Proprio in uno di quei giorni piovosi di fine Giugno di nuovo in panetteria si lamentavano del tempo. E Ned buttò lì la frase: «Mi sa che andremo avanti così per tutta l’estate».
Tutti, in panetteria, lo guardarono malissimo.
Anzi, lo incenerirono con lo sguardo.
E tutti si sbagliarono di nuovo. Beh, viene quasi da ridere a dirlo, ma in pieno Agosto per ben tre volte il termometro scese a 15 gradi, durante un periodo di pioggia.
Sua moglie Rosaly, fin dalla metà di Luglio, aveva avuto problemi di salute.
Quei problemi alla fine di quell’Agosto veramente surreale avevano portato Rosaly a una lunga degenza ospedaliera con tanto di operazioni.
Naturalmente quei problemi di salute non avevano nulla a che fare con il perverso clima di quel mese d’Agosto, con la alternanza di giornate di sole, umide ma fresche, e giornate di pioggia e di freddo novembrino.
Ned soffriva molto per le vicende ospedaliere di Rosaly e la assisteva costantemente. Qualche volta, per liberarsi dallo stress, Ned prese l’auto e tornò a girovagare per i laghi alla ricerca delle Ortensie.
Le Ortensie, però, non c’erano più.
O meglio, i cespuglioni di Ortensie c’erano ancora, sì, laddove però l’anno prima fiorivano Ortensie meravigliose, di solito azzurre, talvolte rosse, alcune di un celeste intenso, e in una discesa ripida, sul fianco del monte, addirittura un incredibile insieme di Ortensie blu scure.
L’anno prima.
Ma invece, in quell’Agosto di giorni di sole e giorni di pioggia, ma soprattutto di freddo intenso durante i periodi di pioggia, in quel perverso Agosto le Ortensie, che già stavano fiorendo ad Aprile, si erano bloccate.
Quelle fiorite erano rimaste belle, almeno per un po’. Le altre si bloccarono su un verdastro iniziale che virò verso il colore del marcio. Alla fine di Agosto, di Ortensie, non ce n’erano quasi più, o meglio, c’erano delle Ortensie marce, quasi indistinguibili dal resto della vegetazione.
Dopo un periodo difficile per Rosaly le cose migliorarono. La degenza ospedaliera durò diverse settimane ma alla fine si prospettò la possibilità di una dimissione dalla Casa di Cura.
Ned aveva vissuto giorni di sofferenza, tornando a casa alla sera, dall’ospedale, trovando la casa deserta. Ma ora tutto stava finendo e la dimissione dall’ospedale finalmente arrivò, quasi all’improvviso, all’inizio di una calda domenica mattina di metà settembre.
All’improvviso Ned, in quella afosa domenica assolata di metà Settembre, volando in auto verso casa, mentre Rosaly al suo fianco osservando incantata il paesaggio di capannoni industriali dismessi e di prati di periferia tornava alla vita, Ned si rese conto che quella estate senza estate era finita.
E iniziava l’autunno, un altrettanto strano autunno, un autunno estivo.
«Sai, Rosaly», disse Ned, «beh, ecco, stavo pensando ... che probabilmente tra poco rifioriranno le Ortensie».
L’auto, in quel deserto domenicale di prima mattina, sfrecciò a ottanta all’ora passando un semaforo rosso. Ned se ne rese conto quando ormai erano molto oltre.
«Oh, il semaforo … », disse. «Ero un po’ distratto. Pensavo … pensavo alle Ortensie … ».